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Da Giannitessari un vino che si ribella alle consuetudini: Rebellis

Il nome di questo vino suona come un manifesto programmatico: Rebellis va controcorrente, è diverso fin dalle origini, fin dall’uva con cui viene prodotto.

A cura di Daniela Guaiti

Le uve usate per produrre il Rebellis sono di varietà Solaris, una tipologia resistente alle principali malattie e che quindi non richiede trattamenti antiparassitari: creata attraverso incrocio nel 1975 a Friburgo, solo di recente è stata autorizzata in Italia. Ma non è solo questa la particolarità del nuovo vino della cantina Giannitessari, presentato recentemente a Vinitaly: il vigneto infatti è frutto di un nuovo impianto a 550 metri d’altezza a San Giovanni Ilarione, nella Valle d’Alpone, in provincia di Verona, in un ambiente relativamente nuovo per la viticoltura; non va dimenticata poi la scelta di una vinificazione con lieviti indigeni e infine una fermentazione per i primi 7 giorni a contatto delle bucce. È lo stesso Gianno Tessari a spiegare la peculiarità di queste scelte:  “L’origine di questo progetto arriva da lontano e dal mio interesse per le varietà resistenti di cui seguo studi e prove di vinificazione sin dalle origini. Convivono in me, come credo in ogni buon vignaiolo, un’anima legata alle tradizioni e una curiosità che spinge a sperimentare. Quando nel 2013 l’uva Solaris è stata ammessa nella provincia di Verona tra le varietà consentite non ho perso tempo e realizzato subito l’impianto. Quella del 2017 è stata la nostra prima vendemmia”. Il risultato? Un vino dal colore dorato e consistente. Fragrante, al naso rivela sentori floreali, note agrumate, profumi di spezie dolci. In bocca Rebellis  è avvolgente, di buona acidità, sapidità e persistenza.
L’interpretazione di quest’uva che proponiamo con Rebellis – prosegue Tessari – è certamente solo una di quelle possibili, ma mi è sembrata la più coerente con il modello di rottura degli schemi che avevamo in mente. Un prototipo di lavoro che non escludo possa avere degli aggiustamenti in futuro, mano a mano che avremo una conoscenza maggiore della materia prima e delle sue potenzialità”.