
Per la prima volta, il mondo della gastronomia ha rivolto i riflettori sull’Italia per la cerimonia di premiazione, ospitata al Lingotto Fiere di Torino.
In questa cornice d’eccezione è stato annunciato il vincitore di The World’s 50 Best Restaurants 2025: Maido, ristorante di Lima guidato dallo chef Mitsuharu Tsumura, che conquista la vetta della classifica mondiale dopo il quinto posto dello scorso anno.
Al secondo posto troviamo l’Asador Etxebarri di Atxondo (Paesi Baschi), premiato anche come miglior ristorante europeo. Terzo gradino del podio per Quintonil di Città del Messico, incoronato miglior ristorante del Nord America.
Tra i grandi protagonisti della serata anche l’Italia, che quest’anno piazza sei ristoranti tra i primi cinquanta al mondo, contro i quattro dello scorso anno. La scena gastronomica italiana continua così a guadagnare prestigio e riconoscimenti internazionali.
I sei ristoranti italiani tra i migliori al mondo
L’Italia conquista una posizione sempre più solida nella scena gastronomica globale. A guidare il gruppo tricolore è Lido 84 di Gardone Riviera, che si piazza al 16° posto (in calo rispetto al 12° del 2024, ma sempre primo tra gli italiani). Seguono:
Reale di Castel di Sangro, lo chef Niko Romito sale dalla 29ª alla 18ª posizione, in una scalata netta. Salto spettacolare per l’Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler a Brunico, che entra nella top 20 al 20° posto, dopo essere stato 51° nel 2024. Le Calandre di Rubano (PD), torna in classifica al 31° posto, segnando una re-entry prestigiosa. Continua l’ascesa di Piazza Duomo di Alba, ora al 32° posto dopo il 39° del 2024. Infine, Uliassi di Senigallia si colloca al 43° posto, in risalita dopo la flessione dello scorso anno.
Riconoscimenti speciali vanno a Massimo Bottura e Lara Gilmore, che ricevono il prestigioso Woodford Reserve Icon Award per il loro impatto culturale nella gastronomia.
Premi speciali e nuove tendenze
Numerosi i premi individuali assegnati durante l’evento. La miglior chef donna è Pichaya ‘Pam’ Soontornyanakij del ristorante Potong di Bangkok, che segna anche la più alta nuova entrata in classifica, direttamente all’11° posto.
Il riconoscimento per la sostenibilità va a Celele di Cartagena (48°), mentre Ikoyi di Londra è il ristorante che ha guadagnato più posizioni rispetto all’anno precedente. Il miglior sommelier del mondo è Mohamed Benhabdallah.
La classifica completa dei The World’s 50 Best Restaurants 2025
1 Maido – Lima (Perù)
2 Asador Etxebarri – Atxondo (Spagna)
3 Quintonil – Città del Messico (Messico)
4 DiverXO – Madrid (Spagna)
5 Alchemist – Copenaghen (Danimarca)
6 Gaggan – Bangkok (Thailandia)
7 Sézanne – Tokyo (Giappone)
8 Table by Bruno Verjus – Parigi (Francia)
9 Kjolle – Lima (Perù)
10 Don Julio – Buenos Aires (Argentina)
11 Wing – Hong Kong
12 Atomix – New York (USA)
13 Potong – Bangkok (Thailandia)
14 Plénitude – Parigi (Francia)
15 Ikoyi – Londra (Regno Unito)
16 Lido 84 – Gardone Riviera (Italia)
17 Sorn – Bangkok (Thailandia)
18 Reale – Castel di Sangro (Italia)
19 The Chairman – Hong Kong
20 Atelier Moessmer – Brunico (Italia)
21 Narisawa – Tokyo (Giappone)
22 Sühring – Bangkok (Thailandia)
23 Boragó – Santiago (Cile)
24 Elkano – Getaria (Spagna)
25 Odette – Singapore
26 Mérito – Lima (Perù)
27 Trèsind Studio – Dubai (Emirati Arabi Uniti)
28 Lasai – Rio de Janeiro (Brasile)
29 Mingles – Seul (Corea del Sud)
30 Le Du – Bangkok (Thailandia)
31 Le Calandre – Rubano (Italia)
32 Piazza Duomo – Alba (Italia)
33 Steirereck – Vienna (Austria)
34 Enigma – Barcellona (Spagna)
35 Nusara – Bangkok (Thailandia)
36 Florilège – Tokyo (Giappone)
37 Orfali Bros – Dubai (Emirati Arabi Uniti)
38 Frantzén – Stoccolma (Svezia)
39 Mayta – Lima (Perù)
40 Septime – Parigi (Francia)
41 Kadeau – Copenaghen (Danimarca)
42 Belcanto – Lisbona (Portogallo)
43 Uliassi – Senigallia (Italia)
44 La Cime – Osaka (Giappone)
45 Arpège – Parigi (Francia)
46 Rosetta – Città del Messico (Messico)
47 Vyn – Skillinge (Svezia)
48 Celele – Cartagena (Colombia)
49 Kol – Londra (Regno Unito)
50 Restaurant Jan – Monaco
In apertura: Maido
a cura di Simone Zeni
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