
Una cucina che parla sottovoce, un’ospitalità che fa silenzio intorno.
In un mondo dove spesso ristorazione e ospitalità viaggiano su binari paralleli, Il Sereno riesce dove molti falliscono: creare un linguaggio comune. Patricia Urquiola firma l’architettura. Lenzi plasma la gastronomia. I servizi mantengono il livello. Il paesaggio si integra naturalmente. Tutto risponde a un’idea unica, precisa, non contrattabile: fare le cose bene, senza rumore.
C’è un’idea di ristorazione che non ha bisogno di effetti speciali. Nessun impiattamento forzato, nessuna teatralità da fine dining. Solo un pensiero preciso, costruito con cura, a partire dalla materia prima. Al Sereno Al Lago, ristorante 1 Stella Michelin affacciato direttamente sulle acque del Lario, lo chef Raffaele Lenzi ha trovato il suo tono. È un tono basso, ma riconoscibile. E lo ha riassunto così: “A modo mio”.
Il nuovo menu di stagione non è solo un titolo, ma un manifesto. Una cucina personale, dove la tecnica è al servizio dell’ingrediente, e dove la sottrazione diventa scelta consapevole. Il risultato è un racconto gastronomico che riflette leggerezza, eleganza e una certa etica del gusto. Pochi zuccheri, pochi grassi, farine di qualità, molte delle quali provenienti da filiere minori. Lavorazioni accurate, senza voler dimostrare nulla. Solo coerenza.
I piatti parlano chiaro. L’handroll di carota, mandorla e prezzemolo gioca sulla croccantezza contrastata dalla cremosità delle mandorle. La zucchina incontra il salmerino in un equilibrio di dolcezza vegetale e sapidità lacustre, con il kefir di capra che addolcisce senza coprire. I Tortelli Méchoui portano il calore delle spezie africane, dosate per scaldare il palato senza bruciare. Il Risotto alla pescatora arriva asciutto, ogni chicco distinto. Niente mantecatura. “A volte basta il riso a parlare”, spiega Lenzi.
Accanto alla carta, restano due percorsi consolidati: Vegetali, tuberi e radici e Omaggio alla tradizione. Mentre prende il via il nuovo ciclo di cene evento “Andata/Ritorno”, dove Lenzi accoglierà grandi nomi della cucina italiana e internazionale per creare dialoghi a quattro mani, con un’impronta sempre riconoscibile.
Anche il servizio accompagna con misura. Il pane, ad esempio, viene presentato in due tempi: prima crackers sottili al pepe, poi grissini di grano saraceno, pane di Tumminia e focaccia di ghiande. Non un semplice accompagnamento, ma parte integrante del racconto.
Lato cantina, si affiancano etichette importanti a piccoli produttori, con un’attenzione crescente alla Valtellina. In parallelo, crescono le experience didattiche: masterclass su olio, vino e mixology, curate per offrire contenuto e cultura, non solo intrattenimento.
La novità più recente, la Listening Suite, è forse l’esempio più chiaro di questo approccio. Uno spazio intimo, dedicato all’ascolto musicale, ispirato alle stanze d’ascolto giapponesi. Materiali fonoassorbenti realizzati da artigiani locali, arredi in noce canaletto, un impianto audio anni ‘40 da oltre 200 kg, e una collezione di vinili selezionata da Luis Contreras, proprietario dell’hotel. Non è solo una camera, è un’idea di come si possa vivere il tempo in modo diverso.
Non mancano momenti conviviali all’interno della suite: si possono degustare i cocktail della casa o assaporare i piatti del ristorante, con una colonna sonora che cambia il ritmo della giornata. Più che un servizio, un gesto culturale. E un modo per rallentare.
Un lago vissuto, non solo fotografato
Anche l’offerta esperienziale de Il Sereno è pensata per chi cerca autenticità e personalizzazione. Le escursioni sul lago vengono effettuate con barche in legno firmate Ernesto Riva, oppure con uno skipper esperto, per visitare Villa Balbaniello, Villa Melzi o Villa Pliniana, residenza gemella dell’hotel.
Per chi preferisce la strada, la flotta comprende una Fiat Topolino, una 500, una Maserati, e perfino una Vespa Ape. Tutti mezzi iconici, perfetti per vivere il territorio con uno sguardo più lento e consapevole.
Il personale non propone pacchetti standard, ma costruisce esperienze su misura, anche last minute. Ogni ospite viene ascoltato. Ogni attività è adattabile. Qui, l’unico format è l’assenza di format.
Un esempio di coerenza, non di stile
Il Sereno Lago di Como non segue le mode. Le osserva, forse. Ma poi decide di non farsi influenzare. È un progetto costruito su scelte nette: estetiche, operative, culturali.
Dalla cucina al design, dalla cura della camera alla costruzione del suono, tutto è pensato per lasciare un’impressione duratura, senza mai diventare invadente.
Il vero lusso, qui, è l’intenzione. Ogni gesto ha un perché. Anche quelli che non si notano.
a cura di FL
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