Grande Cucina

Marialga, nasce dalle alghe la birra realizzata dalla chef Marianna Vitale

Si chiama Marialga ed è la nuova birra a base di alghe creata dalla chef del ristorante Sud di Quarto, una stella Michelin, Marianna Vitale. Una novità dalle nostre parti, dove alta cucina e birra non sono proprio un connubio usuale. Difficilmente, infatti, troverete in un ristorante fine dining una carta delle birre e sono pochi i sommelier che scelgono di inserire una rossa o una bianca nel percorso degustazione. Per questo il progetto nato da Marianna Vitale in collaborazione con Armando Romito di Maestri del Sannio, birraio di Cerreto Sannita (Benevento), specializzato nella produzione di birre acide, rappresenta un unicum, o comunque un’eccezionalità, nel panorama italiano.

Cos’è Marialga

Marialga è una birra fermentata in botte a base di lattuga di mare. L’idea da cui sono partiti Marianna Vitale e Armando Romito è quella di creare una birra che rappresentasse la cucina della Vitale e del suo SUD, da sempre legata al mare. Da qui la scelta dell’alga, precisamente della lattuga di mare. <<Il gusto di quest’alga è universalmente riconducibile a quello del mare, il suo profumo ci preannuncia la vicinanza di una scogliera. La lattuga di mare cresce su formazioni rocciose, con la bassa marea l’alga emerge e il vento effonde il suo odore che per tutti diventa “odore di mare”>>, spiega Marianna Vitale.

Marialga birra VItale Romito

L’alga viene messa a macerare in una birra precedentemente fermentata e affinata in botti di rovere francese per due anni. Una volta imbottigliata, la birra riposa per almeno quattro mesi fino alla rifermentazione, per poi essere etichettata come “Marialga”. Le alghe macerate nella birra vengono riutilizzate come ingrediente nella cucina di Sud.

I precedenti in Spagna

In Spagna le birre create dagli chef non sono una novità. Era il 2010 quando Ferran Adrià con i sommelier de Elbullì creò per Damm “Inedit”, una Weißbier impreziosita da un mix di coriandolo, liquirizia e bucce d’arancia.

Lo scorso anno è stato il turno, invece, degli inossidabili fratelli Roca che hanno lanciato una birra a base di mosto di grenache blanc. Due anni di lavoro che hanno visto impegnati i membri di Esperit Roca, il laboratorio di fermentazioni e distillazioni dei fratelli, e i maestri birrai Damm e che hanno dato vita a “Duet”, una birra dalla spiccata acidità.

I precedenti in Italia

In Italia in passato ci sono stati sporadici tentativi di avvicinare gli chef alle birre. Davide Oldani nel 2017 aveva firmato le birre otto luppoli del Birrificio Angelo Poretti.

Hordeum, il birrificio agricolo di Novara, invece, ha creato in sinergia con Enrico Bartolini “Hermes”, una rossa, delicata, realizzata con Riso Ermes, sale di Cervia e fiori d’arancio. E con i fratelli Cerea “Magica DAV Cantalupa” Ispirata alle birre bavaresi a bassa fermentazione.

Un momento d’oro per la birra

Il lancio di Marialga arriva in un momento decisamente favorevole per l’intero settore.

Dall’annual report 2022 presentato a Roma la scorsa settimana da Assobirra (Associazione dei Birrai e dei Maltatori), risulta che i consumi interni di birra registrano, rispetto al 2021, un aumento del 6% mentre la produzione nazionale è cresciuta del 3,3%. Un trend positivo è registrato anche per l’export. Il settore occupa quasi 120 mila operatori in circa 850 aziende e crea un valore condiviso di 9,4 miliardi di euro (equivalente allo 0,53% del Pil).

a cura di Lydia Capasso