Grande Cucina

World of Coffee 2022. A che punto è la ristorazione?

Si è appena svolta World of Coffee 2022.

World of Coffee, la più importante manifestazione mondiale sul caffè di qualità, il famoso “Specialty” per quest’ anno ha scelto Milano. Una conferma dell’attrattiva della città nel mondo, ma forse anche un’occasione persa. Perché attraversando i padiglioni del Mico la percezione che l’Italia, al di fuori degli stretti operatori del settore fosse assente. Il successo è stato comunque straordinario: undicimila visitatori di cento trenta sette paesi.

World of Coffee 2022, una riflessione sul caffè

Dove erano i grandi esperti della gastronomia, i giornalisti, gli influencer, i tanti sempre pronti a dire la loro su cibo e vino? Non pervenuti! Eppure c’è ancora chi si crogiola sostenendo che il caffè espresso è patrimonio e tradizione italiana: quel caffè “nero e bollente” cui sostanzialmente si chiede poco altro che una botta di caffeina.

Intanto nel nord Europa, negli Stati Uniti e in Australia la cultura del caffè si evolve alla scoperta di aromi sconosciuti, figli di terroir e lavorazioni accurate.

Non c’è da stupirsi quindi se nel nostro Paese il rapporto della ristorazione “fine dining” con un prodotto che offre sensazioni organolettiche che non hanno nulla a invidiare a quelle del vino, sia debole, quasi assente.

E la ristorazione?

Il caffè nei ristoranti è spesso imposto dai grandi gruppi, ci sono addirittura locali che utilizzano le capsule.

Anche per avere determinate bottiglie di vino i ristoranti devono accettare condizioni di mercato che impone altri prodotti, ma questo non impedisce al sommelier di mettere in carta i suoi vini preferiti. Tornando al caffè il primo passo sarebbe sensibilizzare il consumatore che troppo spesso si ferma al prezzo senza sapere che un caffè a un euro non può essere di grande qualità ed è comunque venduto sottocosto.

La ristorazione deve fare uno sforzo, avere una visione: qualcosa si muove e a Novembre Slowfood porterà 20 chef a una Masterclass presso l’Accademy de La Marzocco, produttore delle macchine considerate le Ferrari dell’espresso. Al Noma di Copenaghen ne hanno due, la potete trovare da Mirazur a Mentone e presso Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano. A New York in centinaia di caffetterie.

Avere una Marzocco è già un simbolo di attenzione al caffè che, ricordiamolo va macinato al momento: altro che capsule. Se son chicchi tosteranno, ma senza bruciare….

Foto: PxHere

a cura di Stefano Vegliani