Grande Cucina

Divisa dello Chef. Ecco come deve essere secondo la legge

La moda è entrata a buon diritto nelle cucine, e sempre più spesso i cuochi sono testimonial di importanti brand. Ma come dev’essere, per legge, la divisa dello chef?

Su Grande Cucina in edicola abbiamo parlato della divisa da chef, e del suo valore identificativo e anche, un po’, modaiolo. Ma cosa dice la legge?

Premessa

Il personale deve raggiungere il posto di lavoro in condizioni igieniche adeguate. E’ interesse del responsabile accertarsi che gli indumenti indossati dal personale siano in buono stato e che i capelli e le unghie siano curati e il più possibile puliti.

Igiene della divisa

Gli indumenti da lavoro (pantaloni, camici, giacche, copricapo, calzature, grembiuli, ecc.):

  • devono essere puliti
  • di colore chiaro
  • riposti all’interno dell’armadietto personale separati dall’abbigliamento civile e dagli effetti personali
  • utilizzati solo nell’ambiente di lavoro e idonei al tipo di mansione.

Il copricapo è obbligatorio e deve essere indossato in modo da contenere tutta la capigliatura.

Laddove c’è bisogno di guanti, questi devono essere monouso.

Durante la lavorazione è obbligatorio eliminare orologi, anelli, bracciali, orecchini, collane ecc. che rappresentano un pericolo per lo sviluppo di microrganismi e potrebbero ricadere come corpi estranei negli alimenti.

Ultimo cenno alle calzature che devono essere, ma questo per motivi legati alla sicurezza, della tipologia S1, ovvero chiuse, dotate di suola antisdrucciolo e con punta rinforzata.

Nulla lasciato al caso, dunque: perché la prima caratteristica di un alimento è essere sano per chi lo mangia: è questo che guida le scelte in cucina, anche in fatto di abbigliamento.