Grande Cucina

Lo sapevi che la Simmental è una razza bovina?

Quando pensiamo alla parola "Simmenthal", probabilmente la prima cosa che ci viene in mente è la famosa carne in scatola presente in molte delle dispense italiane.

Ma quello che molti non sanno è che il nome del prodotto si ispira direttamente a una prestigiosa razza bovina svizzera chiamata proprio Simmental (senza la “h” finale).

Scopriamo insieme le origini di questa razza e il suo legame con uno dei marchi alimentari più noti in Italia.

Origine e caratteristiche della razza Simmental

La Simmental, conosciuta anche come Fleckvieh in alcune regioni dell’Europa, è una razza bovina originaria della valle del fiume Simme, nel Canton Berna, in Svizzera. Da qui deriva il nome “Simmental”, che in tedesco significa appunto “valle del Simme”.

Questi bovini si distinguono per la loro mantella pezzata bianca e rossa, la stazza imponente e il carattere docile. La razza è particolarmente apprezzata per la sua versatilità. È infatti impiegata sia per la produzione di latte che per quella di carne di alta qualità. Grazie alla loro robustezza e capacità di adattamento, i Simmental sono allevati con successo in molte regioni europee, anche al di fuori della Svizzera.

Perché la carne Simmenthal si chiama così?

Il legame tra la razza bovina e il noto marchio alimentare è più diretto di quanto si pensi. Fondata nel 1881 da Pietro Sada, un ristoratore di Crescenzago, Simmenthal nacque con l’ambizione di portare sulle tavole degli italiani una carne genuina e pronta all’uso, ispirandosi proprio alla qualità della carne bovina della razza Simmental.

La produzione industriale vera e propria iniziò solo nel 1923, grazie al figlio di Pietro, Gino Alfonso Sada, che trasformò l’intuizione familiare in un progetto di ampio respiro. Per motivi commerciali e stilistici, il nome del prodotto fu registrato con una “h” finale: Simmenthal.

Oggi la carne utilizzata non proviene esclusivamente da bovini di razza Simmental, ma il riferimento nel nome è rimasto.

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Foto: Pexels

a cura di Redazione Italian Gourmet