Grande Cucina

Claudio Sadler: tutti i numeri del successo di un grande chef

È illuminato da due stelle Michelin. È patron di due ristoranti. Da quattro anni è il presidente di una prestigiosa associazione quale Le Soste. E se è un numero uno non è certo un numero primo, divisibile solo per se stesso. Anzi, lui si fa in mille per insegnare ai giovani della brigata la sua filosofia culinaria: rispettosa della memoria e sensibile al nuovo, razionale e geniale. Così è Claudio Sadler: sessant’anni e non sentirli. La metà passati a far grande la cucina di Milano.

È infatti nel 1986 (trent’anni or sono) che Claudio apre L’Osteria di Porta Cicca in Ripa di Porta Ticinese. Dove nel 1991, venticinque anni fa, riceve la sua prima stella Michelin. Mentre la seconda giunge nel 2002, nel ristorante che ormai ha preso posizione in via Troilo. Per poi sostarsi definitivamente nell’attuale sede, in via Ascanio Sforza, al civico 77. Insegna accanto alla quale prende forma pure Chic’n Quick Trattoria Moderna, bistronomia d’autore dal mood casual. Per un duetto ad alto tasso gourmet, che replica il format nel polo fieristico di Rho. Senza dimenticare la realtà griffata Sadler Banqueting, che da vent’anni garantisce eventi tailor made.

Uno chef capace di aver inanellato successi anno dopo anno, con passione, umiltà e determinazione. E anche con una buona comunicazione. Fatta di gesti, parole e libri. Ben sette, fra cui un monografico dedicato al pesce ed edito da Italian Gourmet. Un cuoco in dialogo constante. Pure con altri cuochi. Come accadrà lunedì 27 giugno con Peter Oberrauch, executive chef del ristorante gourmet Paradiso, all’interno dell’hotel Das Paradies di Laces, in terra altoatesina. Il menu? Un viaggio fra acqua e bosco, malga e mare. Anzi “sea – malga”, firmato da Peter, pronto a mixare tonno rosso con caviale Kaluga, crema fresca e limone. Per poi passare al rombo con orzo, speck e finferli e al filetto di bue con sedano, verdure baby e riduzione di Lagrein. Mentre Claudio apre le ostriche tsarskaya e le correda di sorbetto al Mojito; condisce le pappardelle con asparagi bianchi e uovo alla carbonara e rilegge lo strudel in chiave nipponica, arricchendolo di tè matcha e ciliegie al sakè.

Un itinerario goloso e raffinato, fiero di andare alla scoperta di cibi rari e preziosi: quelli siglati Longino & Cardenal. Valorizzati in pietanze dalla spiccata identità, abbinate alle etichette by Santa Margherita, gruppo vinicolo che vanta cantine e vigneti in alcuni dei più vocati territori italiani.

Il costo della cena è di 120 euro, vini inclusi.