
Scompare a 91 anni un pilastro della cucina italiana, maestro di autenticità e innovazione. Fondatore, con la moglie, de Il Luogo di Aimo e Nadia.
Nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, a Milano, si è spento Aimo Moroni, colonna portante della ristorazione italiana. Aveva 91 anni. Nato a Pescia (Pistoia) nel 1934, figlio di un carabiniere e di una cuoca, Aimo arrivò a Milano giovanissimo, iniziando a lavorare come lavapiatti. La sua carriera straordinaria nasce da umili origini, ma guidata da passione, rigore e amore per la cucina.
Nel 1962, insieme alla moglie e compagna di vita Nadia, apre Il Luogo di Aimo e Nadia in via Montecuccoli. Da semplice trattoria diventa presto un punto di riferimento assoluto per la gastronomia italiana, fino alle due stelle Michelin. Tra i suoi piatti iconici lo Spaghettone al cipollotto e la Zuppa Etrusca, con una filosofia sempre centrata sulla valorizzazione delle materie prime italiane, ben prima che diventasse di tendenza.
Aimo è stato un maestro senza clamori, un uomo schivo ma decisivo, che ha formato generazioni di chef e artigiani. Mai schiavo delle mode, ha sempre preferito la sostanza all’effetto. La sua eredità vive oggi attraverso la figlia Stefania con gli chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini, custodi del suo pensiero gastronomico.
Con la sua scomparsa, l’Italia perde non solo un grande cuoco, ma un simbolo di autenticità, rispetto e visione.
Foto: facebook.com/AimoeNadiaRistoranti
a cura di Redazione Italian Gourmet
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