Grande Cucina

A Torino, in un palazzo settecentesco, ha cucinato Nicola Portinari de La Peca

La rassegna che ha portato l’alta cucina a Palazzo Saluzzo Paesana si è chiusa con una memorabile cena

A cura di Alessio D’Aguanno

La mirabile iniziativa di contestualizzare l’alta cucina in uno degli edifici più affascinanti di Torino si è conclusa martedì 11 giugno con il ristorante La Peca.

Era il 19 febbraio quando Palazzo Saluzzo di Paesana si apprestava a ospitare per la prima volta, dopo la rassegna dello scorso anno con Christian Mandura, il primo chef d’alta cucina per il ciclo #BARock – Stelle a Palazzo. Era Riccardo Bassetti del ristorante La Tavola del Porticciolo Hotel a Laveno Mombello (VA), a cui sono succeduti nell’ordine Michelangelo Mammoliti de La Madernassa di Guarene (CN), Floriano Pellegrino e Isabella Potì del ristorante Bros’ di Lecce, Domenico Stile di Villa Laetitia a Roma e, appunto, Nicola Portinari del ristorante La Peca 2 stelle Michelin di Lonigo (VI).

Una cena al mese, una regione al mese, una filosofia di cucina diversa al mese con un unico fil rouge: Alessandro Tupputi. Quel sommelier de La Madernassa, capace di sorprendere a ogni abbinamento per la scelta delle etichette e per il loro racconto, questa volta chiamato in causa per abbinare il mondo del Roero e delle Langhe a una cucina interregionale.

L’ultima tappa della rassegna, durata in tutto cinque mesi, è stata la memorabile cena orchestrata dall’unico 2 stelle vicentino. Erede di macellai, poco meno di 40 anni fa – il 17 dicembre 1987 – ha costruito insieme al fratello pasticcere sommelier Pierluigi un monumento dell’alta cucina italiana che, a breve, diffonderà la propria filosofia anche in Ungheria, con una consulenza per un ristorante-pizzeria in cui l’impronta – il significato di “peca” – culinaria vicentina si farà gradualmente sempre più spazio.

Nel percorso, in cui sono emerse sia l’identità del ristorante sia quella della città ospitante, due piatti sono spiccati su tutti: l’Ostrica e il Risotto. La prima, fornita da Huîtres Amélie partner della manifestazione, è da sempre protagonista nel menu. Qui è stata proposta affumicata in abbinamento a carote, rabarbaro e fragole che le hanno dotato una complessa e pulita rotondità, mentre a breve, nella carta del ristorante, il mollusco sarà protagonista del condimento degli spaghetti freddi insieme a friggitelli e melone. Il Risotto ai peperoni chipotle, cruditè di mazzancolle, marasca e aspero di curry, invece, è uno dei piatti iconici della sua cucina. Il riso non era miscelato agli altri ingredienti cosicché ogni boccone potesse risultare nuovo, e nell’armonia dei sapori, in cui predominava una nota dolce-acidula di ketchup, ben si distinguevano tutti gli ingredienti. Questo piatto, sebbene con delle differenze, è in carta da dieci anni.

La stessa longevità che possiamo augurare a un’iniziativa del genere.