Il Pasticcere e Gelatiere

Paris Brest, tutto – ma proprio tutto – sul dessert francese

L'origine, la storia, la ricetta originale e le interpretazioni dei gradi pasticceri sul celebre dolce. Il Paris Brest nasce nel 1891.

Tra le torte più diffuse, interpretate e amate, il Paris-Brest è un dolce tipico della cucina francese. Questo scenografico dessert è composto da un impasto di pasta choux, ripieno con un impasto di crema e burro. Viene infine decorato con scaglie di mandorle.

Paris Brest: storia del dessert

Il dolce Paris Brest è stato creato da Louis Durand, un pasticciere di Maisons-Laffitte, nel 1891 per un’occassione speciale. Ovvero la commemorazione della corsa ciclistica Parigi-Brest-Parigi.

Nonostante possa ricordare ai più quella di una grossa zeppola di San Giuseppe, l’orgine della sua forma circolare rappresenta invece una ruota (di bicicletta).

In principio divenne molto popolare proprio tra i ciclisti della corsa Paris-Brest, successivamente si diffuse sempre più rapidamente nelle pasticcerie di tutta la Francia.Oggi sono diversi i pasticceri italiani e del mondo a proporla.

La ricetta del Paris Brest

La ricetta originale del Paris Brest prevede due preparazioni classiche che sono alla base della pasticceria.

La corona circolare è infatti realizzata di pasta choux, mentre il ripieno è fatto con crema mousseline. Si tratta di un equivalente della crema pasticcera, in cui la farina è sostituita dalla maizena e montata con il burro.

La guarnizione viene fatta con mandorle a lamelle.

PASTA CHOUX ALLA BASE DI PREPRAZIONI DOLCI E SALATE

Paris Brest in tante versioni

Davvero tante le varianti della torta Paris Brest che si possono trovare. Da Iginio Massari a Luigi Biasetto, anche i grandi maestri hanno proposto la loro versione. Tra le più diffuse il Paris Brest alle fragole, alle nocciole, al cioccolato o al pistacchio.

PASTA CHOUX E FANTASIA: LA RICETTA DI ROSANNA MARZIALE

In apertura: Foto Edward Kimber | Flickr.com
Sotto: Interpretazioni creative del Paris Brest by Luigi Biasetto –  Foto Lonati Fotografia

a cura di Redazione Italian Gourmet