
Come annunciato nei giorni scorsi, il celebre ristorante Trippa di Milano, guidato dallo chef Diego Rossi, ha annunciato una decisione in controtendenza: dall’ottobre 2025 resterà chiuso ogni sabato e domenica. Una scelta che ha fatto notizia nel mondo della ristorazione, spesso dominato da orari estenuanti e aperture continue, specialmente nei fine settimana.
Trippa: chiusura nel weekend
La motivazione? Ritrovare un equilibrio tra lavoro e vita privata. Come spiegato da Rossi, il desiderio è quello di garantire a tutto lo staff, di cucina e di sala, il diritto di trascorrere il weekend con la propria famiglia o semplicemente riposarsi. Anche a costo di perdere una parte importante dell’incasso settimanale, l’osteria punta su una nuova filosofia: meno stress, più felicità.
Trippa, già noto per la sua cucina autentica e l’atmosfera conviviale, diventa così simbolo di un cambiamento possibile. In un settore dove il burnout è frequente, questa decisione potrebbe ispirare altri ristoratori a rivedere le proprie priorità.
Sabbioneda, il precursore
Quello di Trippa è certamente l’esempio più altisonante, vista la notorietà dell’indirizzo meneghino. Ma, guardando con attenzione al panorama meneghino, si trovano altri esempi.
Su tutti la trattoria Sabbioneda che, a lato di Corso Buenos Aires, propone una cucina spartana e tipicamente lombarda. Sono anni che questo indirizzo, certamente meno glamour, apre soltanto durante la settimana, certamente forte della tanta clientela lavoratrice del pranzo ma non solo.
Sandì: aperto a pranzo, chiuso a cena

Di recente apertura, Sandì è il ristorante di Laura Santosuosso e Denny Mollica. Qui la scelta è stata differente ma con la medesima intenzione: una vita più regolare e più tempo libero per titolari e personale.
Il ristorante, con sede in via Hayez a Milano, è infatti aperto, sia in settimana che nel weekend, solo a pranzo. Fatta eccezione per il venerdì, quando si può anche cenare.
Due inoltre i giorni di chiusura: martedì e mercoledì. A testimonianza di come questa scelta (che guarda ai lavoratori ma dunque non soltanto a loro) sia innanzitutto etica.
Che questi primi tentativi isolati siano d’esempio per altri ristoratori che vorranno seguire questa strada?
In apertura: foto facebook.com/TrippaMilano
a cura di Simone Zeni
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