Grande Cucina

L’appetito vien condividendo su Grande Cucina di luglio

«Sharing is caring»: il motto dell’Esercito della Salvezza, divenuto poi un popolare modo di dire nei Paesi anglosassoni, racchiude in sole tre parole tutto il nocciolo della questione. Buffo, che sia praticamente intraducibile in italiano. Con una perifrasi assai meno immediata si potrebbe azzardare un ‘condividere significa avere a cuore’, e che cos’è d’altronde il cibo, se non una manifestazione d’amore verso il prossimo?

In una società individualista sempre più accartocciata su se stessa, la cucina scende dal pulpito e riscopre il piacere della partecipazione attiva, dove non ci sono leader pronti a rubare la scena, ma tanti protagonisti che narrano una storia. A tavola oggi si sperimenta, ci si stupisce, ci si diverte, ci si emoziona, ci si sbottona: insieme agli altri commensali, ma anche insieme agli chef.

«Una nuova filosofia del gusto e una modalità di consumo del cibo ispirata alla condivisione informale dei piatti d’autore»: il torinese Condividere, ristorante della Nuvola Lavazza, si fa portatore del concetto di alta cucina informale, e con lo chef modenese Federico Zanasi mette in tavola un’esperienza culinaria allegra, spontanea, che ricorda quella di un pranzo in famiglia. Il cibo, servito in stile tapas, esprime tutto il suo ‘potere socializzante’, e ogni cosa «dal menu al servizio, dall’arredo fino alla scenografia è pensata per mettere a proprio agio le persone e creare un clima informale, in cui la gente possa parlare e rilassarsi in compagnia», spiega Zanasi.

In terra francese, Giovanni Passerini destabilizza i rigidi capisaldi della ristorazione parigina nel suo Restaurant Passerini in zona Bastiglia. Una nuova trattoria, che punta su una ricetta composta da pietanze semplici, ottime materie prime, cotture interessanti e un coinvolgimento costante della sala. I commensali qui diventano infatti parte attiva, scegliendo, venendo ascoltati, costruendo il piatto come preferiscono: Passerini fa arrivare in tavola pezzi di carne (il piccione, l’anatroccolo, l’agnello) e pesce (l’aragosta, il rombo) interi, da spartirsi insieme ai contorni.

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a cura di Marianna Tognini