Grande Cucina

Benanti e Rosso: quando la moda incontra il vino

Nel panorama del made in Italy, moda e vino condividono molto più di quanto sembri: artigianalità, storytelling, identità territoriale e una spiccata sensibilità estetica.

Oggi, questa affinità si traduce in progetti concreti, come quello tra i fratelli Benanti e Renzo Rosso, fondatore di Diesel e presidente di OTB Group. Un’alleanza che unisce visione imprenditoriale e passione autentica, con l’ambizione di elevare il buono al bello – e viceversa.

Il fascino vulcanico di Benanti

“Vogliamo rendere il buono più bello, mostrandone l’anima”. I gemelli Antonio e Salvino Benanti non potevano trovare supporto migliore per la loro iconica cantina sull’Etna, diventata famosa nel mondo grazie all’intuizione del padre Giuseppe e al suo magnifico Carricante in purezza Pietra Marina.

Rosso, infatti, oltre a essere un socio di peso (40%) è un grande appassionato di vini. Così entusiasta da piombare al Vinitaly per chiacchierare con i suoi eno-soci siciliani.

Dalla fondazione del marchio Diesel alla presidenza della holding OTB Group (oltre tre miliardi di fatturato) il percorso di Rosso è stato contrappuntato dalla ricerca di bellezza e armonia. “Per questo mi considero un uomo fortunato. Benanti è una doppia Rolls Royce”.

Dalle radici contadine alla visione futura

Vulcanico e curioso, Rosso ha raccontato i suoi natali contadini, “una storia di cui sono orgoglioso. In famiglia producevamo vino. Quando avevo cinque anni mio padre accendeva una candela per vedere che nel tino non mancasse l’aria e poi mi calava dentro per pulirlo. Poi ho fatto scelte diverse, so che mio padre all’inizio ci ha sofferto. Quando a trent’anni l’ho portato a vedere la fattoria che avevo comprato si è messo a piangere”.

Così, dopo aver creato la Diesel Farm e allestito una cantina di proprietà secondo i principi degli ecosistemi in quel di Marostica, Rosso ha cominciato a guardarsi intorno. Dopo Benanti, l’idea è di mettere piede sia a Barolo che a Montalcino: “Posti e vini stupendi… Il settore del vino italiano non supera di molto i dieci miliardi di giro d’affari. Va preservato e promosso per il suo valore prima che per il business”.

a cura di Licia Granello