
Il concorso di cucina rivolto a giovani chef stranieri under 35 che vivono e lavorano in Italia prosegue verso la finale del 12 maggio. Ecco i nomi scelti dalla giuria per la sfida finale presso Casa Artusi a Forlimpopoli.
L’Artusi senza confini ha l’obiettivo è celebrare la cucina italiana nel mondo attraverso la reinterpretazione in chiave internazionale delle ricette di Pellegrino Artusi, utilizzando come ingrediente principale la pasta fresca del brand Laboratorio Tortellini® di Surgital.
I partecipanti al contest, chiamati a ideare un piatto originale ispirato al celebre libro “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”, sono stati finalmente selezionati dalla giuria presieduta dallo chef Luca Marchini, patron del ristorante L’Erba del Re di Modena, e composta da Andrea Gianotti, professore all’Università di Bologna e Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze e cultura della gastronomia, Martina Liverani, autrice e giornalista gastronomica, Federico Lorefice, direttore di Grande Cucina e CEO e Founder di Congusto Institute, Elena Bacchini e Andrea Bino, rispettivamente direttrice marketing e marketing manager di Surgital, e Chiara Galbiati, direttrice generale di Casa Artusi.
Il progetto è promosso da Surgital in collaborazione con Casa Artusi e Italian Gourmet.
L’Artusi senza confini: i finalisti
Francisco Javier Barrachina Martinez (Spagna)
Con esperienze in Spagna e Italia, tra cui spiccano El Jardín e Llisa Negra, ha una particolare abilità e predilezione per le preparazioni alla brace. Dopo essere passato da alcune cucina stellate, oggi è chef di Faak cibo e vino a ribellione naturale, progetto firmato Viviana Varese.
Emin Haziri (Kosovo)
Un curriculum internazionale che passa dalla Danimarca e dalla Francia, per arrivare poi in Italia, dove ha lavorato accanto ad alcuni grandi nomi dell’alta cucina. Dopo Philippe Léveille ed Enrico Bartolini, entra nella squadra di Antonino Cannavacciuolo. È executive chef del ristorante gourmet Procaccini.
Mina Karimi (Iran)
Dopo aver lavorato a Dublino, il suo rientro in Italia è all’insegna del fine dining. Passa dunque dalle cucine di Heinz Beck, Claudio Sadler, Carlo Cracco e Roberto Conti. Successivamente è pastry chef del celebre ristorante nipponico Nobuya. La sua pasticceria, spesso vegetale, intriga, tra ingredienti insoliti e abbinamenti audaci.
Nour Elhayat Maaffer (Marocco)
Le sue precedenti esperienze l’hanno formata come cuoca completa, abile nella preparazioni di pesce, ma anche antipasti, dolci e salse. Particolarmente nota per la sua creatività in cucina, caratteristiche per cui le sono stati riconosciuti anche molteplici premi, è in forze, in vesti di sous chef, al Ceresio 7, accanto ad Elio Sironi.
Giorgio Pintzas Monzani (Grecia)
Inizia giovanissimo a lavorare nella ristorazione, diviso tra esperienze in Italia e in Grecia. Non manca di passare da alcuni nomi noti della ristorazione nostrana, come Elio Sironi e Domenico Della Salandra. Diverse le sue esperienze di consulenze e catering per realtà di alto livello. Lavora come executive chef presso Armonie in Corte.
Charles Joshua Pearce (Regno Unito)
Diverse le sue esperienze lavorative nel Regno Unito, con un breve passaggio in Spagna. In Italia affina ancor di più le sue tecniche e si orienta definitivamente verso la cucina gourmet, dapprima da Identità Golose Milano, poi presso lo stellato Ristorante Lino. Attualmente è executive chef del Nordelaia Resort & Restaurants.
Mohamed Touali (Marocco)
L’ampia esperienza in hotel cinque stelle in Marocco ne fanno uno chef completo. Dopo alcuni anni di lavoro nelle cucine parigine, oggi si cimenta con una cucina italiana di pesce (di mare e di lago) all’Osteria del Governo.
Niko Lin Wentao (Cina)
Chef che unisce cucina cinese, nipponica e mediterranea in proposte fusion innovative. La sua ricerca gastronomica verte soprattutto sulla cucina vegana, sviluppando ricette creative e sostenibili. Lavora dal 2013 per il Gruppo Kanji, dove ora è in forze al ristorante Raito.
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a cura di Redazione Italian Gourmet
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