Il Panificatore Italiano

Coltivare la diversità per un pane unico

Coltivare la diversità per un pane unico, con questo titolo vogliamo parlare di una tendenza, forse ancora troppo i nicchia, che sta prendendo piede tra i panificatori, specialmente le nuove generazioni. E, soprattutto, vogliamo farvi conoscere la Rete dei Semi Rurali.

Coltivare la diversità per un pane unico, con questo titolo vogliamo parlare di una tendenza, forse ancora troppo i nicchia, che sta prendendo piede tra i panificatori, specialmente le nuove generazioni. E, soprattutto, vogliamo farvi conoscere la Rete dei Semi Rurali.

Sono ancora una nicchia, è vero, ma qualcuno c’è. Qualche panificatore che va “sul campo” per vedere da dove nascerà la materia prima che poi sarà trasformata in farina e, quindi, in pane. Qualche panificatore che sceglie di “allevare” il grano con il quale poi fare il suo pane. Un pane che acquisterà unicità per lui e anche per il suo cliente. Alcuni di questi panificatori li abbiamo incontrati e sentiti parlare in occasione della passata edizione di Forni e  Fornai e , andato in scena a Monghidoro (Bologna) il 21 e 22 maggio. E, a proposito di coltivare la diversità per un pane unico, ci siamo imbattuti nella Rete dei Semi Rurali. 

Cosa significa Coltivare la diversità

La diversità è un’importante componente per garantire la resilienza dei sistemi biologici. Favorisce la capacità di adattamento a fronte dei cambiamenti. In agricoltura la resilienza risulta essenziale per far fronte ai cambiamenti climatici in corso. Purtroppo, però, i sistemi agroalimentari moderni si sono sviluppati intorno a una visione di efficienza basata su uniformità, specializzazione produttiva e monocolture, a scapito della diversità e quindi di adattabilità e sostenibilità nel tempo.

Rete dei Semi Rurali: la mission in 5 punti

La Rete Semi Rurali nasce con l’obiettivo di sostenere, facilitare, promuovere il contatto, il dialogo, lo scambio e la condivisione di informazioni e iniziative tra quanti affermano i valori della biodiversità colturale e culturale in un’ottica di diversificazione dei sistemi alimentari dal seme al piatto. Coltivare la diversità è, dunque, la mission della Rete dei Semi Rurali. Per riportare la diversità nei sistemi agricoli la Rete è consapevole che:

  1. La diversità agricola può essere salvata solo con una strategia diversificata. Nessuna singola strategia può sperare di mantenere ciò che si è sviluppato grazie a tante civiltà, tanti sistemi agricoli e tanti ambienti naturali diversi.
  2. Quale sia la diversità da salvare dipende da chi è consultato, quanta se ne salva dipende da quanta gente è coinvolta. Tutti gli attori (dal coltivatore passando per il mugnaio fino al panificatore, ma anche al consumatore finale) delle comunità devono essere coinvolti per garantire che siano presi in considerazione tutti i bisogni. Maggiore è il coinvolgimento, maggiore la capacità di conservare.
  3. La diversità si salva solo se si usa. Il valore della diversità sta nella sua utilità. Solo se si usa si può apprezzare la diversità al punto da volerla mantenere. E solo con l’uso essa può continuare ad evolvere, mantenendo così il suo valore nel tempo.
  4. La diversità agricola non si può mantenere senza gli agricoltori. E la comunità rurale non può salvarsi senza salvare la diversità. La diversità, come le musiche e i dialetti, è parte integrante della comunità che l’ha prodotta. Non può esistere a lungo senza le comunità e le circostanze che l’hanno creata. Salvare gli agricoltori è presupposto per salvare la diversità. Allo stesso tempo, le comunità devono mantenere la loro diversità agricola per avere la possibilità di fare scelte migliori per il loro sviluppo e l’autosufficienza.
  5. Conservare i semi di qualcun altro significa soddisfare i bisogni di qualcun altro. Il bisogno di diversità non finisce mai. Pertanto, gli sforzi per coltivarla non devono mai cessare. Dato che l’estinzione è per sempre, anche la conservazione deve essere per sempre. Nessuna tecnologia può sollevarci dalla nostra responsabilità di preservare la diversità agricola per noi e le generazioni future. Dobbiamo continuare a utilizzare diverse strategie, coinvolgere il maggior numero di persone possibile, provvedere perché la diversità sia effettivamente utilizzata e assicurare la sopravvivenza delle comunità rurali, se vogliamo che la diversità sopravviva e si evolva nel tempo.

Il Corriere del Pane tra sostenibilità ed economia circolare

Coltivare la diversità in ottica di sostenibilità, un altro argomento che affronteremo presto sul Corriere del Pane. Intanto ci avviciniamo, passo dopo passo, trattando un altro argomento di grande attualità, e necessità, l’economia circolare. Scopri di più sfogliando il nuovo numero qui.

a cura di Anna Celenta