
In occasione del Sushi Day 2025, in calendario il 18 giugno, due ricerche, una di Just Eat e una del Norwegian Seafood Council, ci svelano la passione dei consumatori italiani per il piatto giapponese di pesce crudo. In particolare quello con il salmone.
In Italia il sushi non è più solo una moda passeggera, ma un’abitudine consolidata, capace di unire generazioni, occasioni diverse e momenti della giornata. Che venga gustato con le mani o con le bacchette, appena intinto nella salsa di soia o completamente immerso, il sushi ha conquistato il cuore (e la fame) degli italiani. Un piatto diventato simbolo di convivialità, creatività e, soprattutto, una presenza costante nel mondo del food delivery.
Oltre 700.000 chili di sushi ordinati nel 2024
Nel corso del 2024, secondo i dati ufficiali di Just Eat, in Italia sono stati ordinati oltre 705.000 chili di sushi.
Il momento più gettonato per consumarlo? La sera, tra le 18.00 e le 21.00, fascia oraria in cui si è registrato un volume superiore a 500.000 chili.
Il picco assoluto si è verificato tra gennaio e marzo, con oltre 196.000 chili ordinati in soli tre mesi. Un dato che racconta quanto il sushi sia ormai percepito come un comfort food moderno, ideale in ogni stagione.
Le varietà più amate: uramaki in testa, segue il nigiri

Tra le diverse tipologie, gli uramaki dominano la classifica delle preferenze, con più di 247.000 chili consumati nel 2024.
A seguire, troviamo i classici nigiri, che hanno superato i 140.000 chili, e il più raffinato sashimi, con oltre 56.000 chili ordinati.
Non mancano specialità meno diffuse ma sempre più apprezzate come i gunkan (quasi 39.000 chili) e i temaki (oltre 31.000 chili).
I roll fusion, spesso arricchiti da ingredienti locali o da tocchi creativi, stanno guadagnando terreno soprattutto tra i più giovani, attratti da “piatti fotogenici” e sapori inediti.
I contorni che completano l’esperienza

Il sushi non arriva mai da solo. A completare il pasto, ci sono gli involtini primavera, ordinati in oltre 46.000 porzioni, seguiti da gyoza e ravioli grigliati (quasi 42.000) e dal tradizionale riso alla cantonese (più di 20.000 chili).
A questi si aggiungono evergreen come gli edamame, le salse tipiche (soia, agrodolce, teriyaki), gli spaghetti di soia, le nuvolette di gamberi e le tartare di salmone.
Le città italiane più innamorate del sushi
Roma e Milano guidano la classifica delle città italiane più appassionate di sushi, ma con preferenze ben diverse.
Nella capitale, i consumatori mostrano un debole per il sashimi di salmone e gli uramaki con formaggio cremoso.
Milano, invece, è attratta da sapori più decisi e innovativi, con una forte predilezione per uramaki tiger roll, uramaki ebiten e i gunkan spicy salmon.
Anche Genova, Torino, Trieste, Padova e Monza confermano un elevato numero di ordini, accomunate da un ingrediente simbolo: il nigiri al salmone, che da solo ha superato 17.000 chili ordinati.
L’ingrediente principe: il salmone

Altre informazioni ci arrivano dai dati del Norwegian Seafood Council.
Era il 1985 quando una delegazione norvegese portò a Tokyo un’idea audace: usare salmone norvegese crudo per preparare il sushi. All’epoca, questa proposta andava contro la tradizione giapponese, che privilegiava il tonno.
Quarant’anni dopo, questa innovazione si è trasformata in una rivoluzione gastronomica mondiale, di cui l’Italia è tra i principali protagonisti.
L’Italia ama il salmone norvegese
Nel 2024, l’Italia ha consumato circa 140.000 tonnellate di salmone norvegese, posizionandosi al terzo posto nel mondo per consumo. Solo nei primi mesi del 2025, le importazioni hanno già superato le 22.600 tonnellate, con un aumento del +28% rispetto allo stesso periodo del 2024. Oggi, quasi il 10% della produzione norvegese è destinata alle tavole italiane.
Il successo di questo pesce è alimentato da nuove abitudini alimentari: sushi, poke e piatti fusion rappresentano una scelta fresca, sana e di qualità che piace sempre di più, soprattutto tra i giovani.
Secondo l’indagine condotta dal Norwegian Seafood Council, il 93% degli italiani che mangiano pesce ha frequentato infatti almeno una volta un ristorante di sushi o fusion nell’ultimo mese, e quasi la metà ha scelto locali specializzati in poke.
a cura di SZ
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