Filippo Chiappini Dattilo

Chef

 

Fin da bambino la cucina è stato il mio Paese delle Meraviglie. Per dedicarmi alla cucina ho abbandonato gli studi di ingegneria, agli inizi degli anni ’80. Il mio primo modello è stato lo chef Georges Cogny qui a Piacenza, poi in Francia ho avuto maestri come Blanc, Jung, Haeberlin… Dicono che una mia caratteristica è il rigore, la precisione. Forse qualcosa dell’ingegnere mi è rimasto appiccicato addosso…colori, forme, sapori e profumi compongono sequenze precise in cui i sensi possono cogliere ritmo e bellezza.

La Vita
Filippo è nato a Piacenza, città di confine tra Emilia e Lombardia in riva al Po, il 3 d’agosto 1961.
Porta a termine il liceo scientifico e frequenta il triennio di ingegneria al Politecnico di Milano.
Ma nel frattempo, da ragazzo, si diletta di cucina, vincendo la “Suppera d’Argint”, concorso nazionale dell’Accademia della Cucina Piacentina.
La formazione professionale è avvenuta sul campo, grazie in particolare a tre anni di stage in Francia fra Maestri di altissimo livello, come Georges Blanc, dell’omonimo ristorante di Vonnas, erede del leggendario “La Mère Blanc”; Émile Jung del ristorante “Au Crocodile” di Strasburgo; Paul Haeberlin del ristorante “L’Auberge de l’Ill” a Illhausern. Filippo ha inoltre lavorato a “L’Auberge des Templiers” a Les Bezards-Boismorand e a “L’Hotellerie du Bas Breau” a Barbizon. Sia prima che dopo la lunga esperienza d’oltralpe ha avuto come modello e ispiratore lo chef Georges Cogny, che iniziò l'”Antica Osteria del Teatro” di Piacenza, con cui ha spesso lavorato e dal quale ha poi rilevato il locale.

ANTICA OSTERIA DEL TEATRO

Ristorante 
Mi ha sempre affascinato questo palazzo del '400, con la vecchia mescita di vini a pochi passi dal Teatro Municipale, dal quale una volta, finito lo spettacolo, la gente arrivava per discutere e fare commenti su opere e cantanti. Il posto si chiamava allora Bottiglieria del Teatro. Oggi la mia Osteria offre quaranta coperti comodamente collocati in tre sale. C'è anche la taverna dove trovano posto fino a sessanta persone per degustazioni, meeting e banchetti. Ho fatto restaurare e arredare i locali in modo da non collocare la Storia in un museo, ma farne qualcosa che arricchisce le ore passate qui. Un ponte tra storia e presente: la dimensione temporale della buona cucina. Ma l'ospitalità no, quella vive fuori dal tempo, di cui si vorrebbe sospendere il corso www.anticaosteriadelteatro.it