
C’è un filo sottile che unisce la terra, il grano e il gesto sapiente dell’uomo. Da questa connessione profonda nasce un progetto che celebra la purezza degli ingredienti e la cura nei dettagli.
Rasoterra Catania e Rasoterra Berlino raccontano un viaggio gastronomico tra Sicilia e Germania, dove la pizza diventa esperienza, consapevolezza e rispetto per ciò che nutre davvero.
Ecco, nelle parole del titolare Karim Yacoubi, cosa significa il lavoro quotidiano che si cela dietro queste due realtà.
Rasoterra nel racconto di Karim Yacoubi
Da dove nasce l’idea di Rasoterra?
Rasoterra nasce da un ritorno alle origini: al grano, alla terra, al lavoro dell’uomo. È un omaggio alla materia prima pura, biologica, italiana, che racconta la storia e la cultura del nostro Paese attraverso l’impasto della pizza.
Cosa significa dunque per voi “Pizza Experience”?
Significa trasformare la pizza in un viaggio. Non è solo un piatto, ma un’esperienza sensoriale ed etica. Rispetta la natura e l’artigianalità, esalta la qualità e crea un legame tra chi la fa e chi la mangia.
Qual è la filosofia che guida Rasoterra?
La semplicità è la forma più alta di perfezione. Usiamo solo ingredienti italiani di qualità, farine biologiche, tecniche antiche come biga e poolish, e molta ricerca nella lievitazione per garantire leggerezza, gusto e digeribilità.
Che ruolo ha il grano nella vostra visione?
Centrale. Utilizziamo grani 100% italiani e biologici, non modificati geneticamente. Insieme alla lavorazione etica, sono l’elemento chiave per impasti ricchi di nutrienti, altamente digeribili e dal sapore autentico.
Quali tipi di pizza proponete?
Proponiamo pizza contemporanea, alla pala, montanarine fritte. Ogni stile riflette un’idea di evoluzione della tradizione, sempre con grande attenzione alla qualità della farina e alla tecnica dell’impasto.
Come nasce una vostra “signature pizza”?
Attraverso tanta sperimentazione, ispirazione territoriale e abbinamenti creativi. Come nella pizza Rasoterra con mortadella di cinghiale al tartufo, o nella Terra dei Nebrodi con pancetta di suino nero e caciocavallo ragusano.
Il rapporto con il territorio è perciò fondamentale.
Sì! A Catania, tutto parla di Sicilia: dalla mozzarella sicula alle melanzane, dal limone di Sicilia al burro chiarificato. Anche a Berlino portiamo questo legame, scegliendo ingredienti italiani da piccole realtà regionali.
Come si differenzia Rasoterra Berlino da quello di Catania?
A Berlino abbiamo adattato il concept per un pubblico internazionale ma senza rinunciare all’identità italiana. L’atmosfera è rilassata, i prezzi accessibili, ma la qualità resta altissima. È una pizza che parla italiano anche in Germania.
Qual è la clientela tipo di Rasoterra?
Famiglie, giovani, appassionati di cucina e amanti dell’esperienza gastronomica. A Berlino, ad esempio, anche il business lunch trova spazio grazie ad una formula veloce ma sempre di qualità.
Che ruolo ha Giacomo Mannucci in Rasoterra Berlino?
Giacomo è un ristoratore esperto della scena berlinese. Insieme, abbiamo portato l’eccellenza siciliana in Germania. La sua conoscenza del territorio tedesco si sposa perfettamente con la mia visione culinaria.
Quali farine utilizzate?
Le farine Petra del Molino Quaglia, biologiche, ricche di fibra e germe di grano. Per la pizza contemporanea usiamo Farina tipo 1 con semi integrale, per la pala Farina tipo 0.
Quanto conta la tecnica nell’impasto?
Moltissimo. L’uso di biga e poolish consente lunghe maturazioni, fino a 24 ore, che sviluppano gusto, leggerezza e una struttura perfetta. È un lavoro artigianale che richiede pazienza e precisione.
Qual è la pizza più rappresentativa del vostro menu?
Difficile sceglierne una sola. Forse la Diversamente Margherita, oppure la Taormina Gourmet con mousse di patate al prezzemolo e porcino bianco.
Che atmosfera si respira nei vostri locali?
A Catania, il design richiama l’Etna, la pietra lavica, la storia della città. A Berlino, invece, c’è un’aria internazionale ma calda, accogliente. Sempre con cucina a vista e ingredienti ben in mostra.
Qual è la vostra visione per il futuro?
Continuare a crescere, sempre nel segno della qualità. Portare la “pizza etica” in nuove città, senza perdere il contatto con la terra e con i valori che ci hanno fatto nascere.
a cura di Redazione Italian Gourmet
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