Mondo Pizza

Il nuovo fritto in pizzeria: consigli e tecniche per la frittura

A Napoli, la pizza condivide una tradizione antica con le fritture, declinate in un corollario di ricette golose che vanno dalla mozzarella in carrozza ai crocchè di patate, dalle montanarine alle palline di pasta cresciuta, fino alle frittatine di pasta. Ghiottonerie fritte si trovano nelle friggitorie, da mangiare in strada nel coppetiello, come pure in pizzeria, dove arrivano calde e croccanti mentre si aspetta la pizza.

Abbiamo chiesto a Armando Palmieri, maestro AMPI e autore del libro “Fritto dolce e salato”, cosa si potrebbe proporre in pizzeria come “frittino di benvenuto”, in una chiave originale e creativa.

Qual è, secondo te, una proposta di fritto ideale per una pizzeria?

«Spesso si incontrano i prodotti classici della tradizione, magari variando un po’ le frittatine di pasta. Per me la proposta di fritti deve essere leggera per non impattare sul godimento della pizza quando arriverà, e allo stesso tempo essere un escamotage per il pizzaiolo per prendere tempo nella gestione della comanda. Suggerisco una vera e propria ricerca dell’ingrediente, per abbinare il frittino alle pizze in menu. Per fare un esempio: una pizza con le patate potrebbe essere anticipata da una pallina di riso con zafferano e poco lardo, che ricordi l’arancina, che lega bene con la pizza con le patate, in una abbinata coerente. Si può spaziare in lungo e in largo grazie alla varietà delle proposte di pizza odierne. Buonissimo è anche il fiore di zucca – o di zucchina, molto interessante – ripieno: molto leggero, si può declinare lavorando la ricotta con lo zafferano, con erbette di campo o anche con poco lardo, che dà una maggiore rotondità di gusto».

Pastella frittura

Che cosa bisogna fare per ottenere una frittura perfetta?

«Importantissimo utilizzare la pastella giusta: se fatta correttamente, evita che l’olio penetri all’interno del prodotto fritto: prendiamo le verdure in pastella, sempre molto gradite, che devono essere appena velate, come nel tempura. Seguendo la stagionalità, via a zucchine, melanzane, zucca, carote, anche cimette di cavolfiore (sbollentate prima): il segreto è usare farina di riso in una pastella di sola acqua e farina (che si chiama lega) che isola la verdura dall’olio e la fa rimanere croccante ma non unta. Questa pastella si può personalizzare con un pizzico di paprika, erbette, pepe nero, a rendere questi frittini leggeri e golosi».

E per quel che riguarda l’olio?

«È fondamentale gestire le temperature dell’olio della frittura, che dev’essere altoleico. Essenziale è mantenere sempre la temperatura costante (in una forbice che va da 168°C a 172°C), anche nei momenti in cui la friggitrice è vuota. Se si abbassa la temperatura nei momenti di calma, quando arrivano le comande e la si alza di colpo a 200°C si dà all’olio uno shock di temperatura, con il risultato che il primo fritto brucia e rilascia particelle nell’olio, “sporcandolo”. A fine giornata è da buttare. Oggi ci sono Roner dedicati al recupero dell’olio, che lo ossigenano e si ‘prendono’ le particelle che hanno fatto combustione; così lo puliscono e permettono di usarlo per un’altra giornata o due. Va ricordato che non vanno fritti troppi prodotti contemporaneamente, perché in questo modo si abbassa la temperatura, come la si abbassa inserendo prodotti direttamente dal frigorifero o peggio dal congelatore, senza farli riposare un po’ a temperatura ambiente: cuocerebbero più lentamente e assorbirebbero più olio. Io consiglio di usare quello di semi di girasole altoleico, sempre pulito; andrebbe bene anche quello di arachide, ma lascerei perdere per il problema dell’allergene, mentre vanno assolutamente evitati olii bifrazionati. Oltre alla ricerca degli ingredienti, vanno quindi affinate o rispolverate le tecniche di frittura».

Olio frittura Palmieri

Altri consigli sul frittino?

Il frittino in pizzeria dev’essere leggero e areato, sebbene fritto in maniera corretta: perfetti quindi uno gnocco fritto vuoto e gonfio, da servire come antipasto accompagnandolo con una salsina invece del classico salame, o un piccolo cono realizzato con pizza fritta e farcito in modo da abbinarsi alle pizze ordinate. Ideale come snack di antipasto è poi la pasta soffiata, costa poco e rende bene; la si cuoce 2-3 minuti oltre il tempo di cottura consigliato, la si abbatte (o la si passa in forno a temperature basse) per asciugarla e infine la si frigge. Perfetta da sgranocchiare in attesa della pizza, permette di giocare con le differenti forme di pasta e varie tipologie colorate (alle lenticchie, ai ceci, piselli). Nel libro è presente anche un dessert fritto, pensato proprio per le pizzerie, che recupera gli impasti per la pizza avanzati e crea una golosità ispirata allo strudel di mele».

 

a cura di Francesca Tagliabue

Fritto dolce e salato

Armando Palmieri

Armando Palmieri racconta una visione nuova e fantasiosa della frittura e ti accompagna a scoprirne le innumerevoli variabili: alle volte riportandoti al passato, altre proiettandoti verso il futuro.

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