Social trend in cucina

Dopo teatro, una cena con il cast di Jesus Christ Superstar

Per noi, pubblico, che ci sediamo comodi su una poltroncina e ci godiamo lo spettacolo, il cibo è “parte” della serata. Un aperitivo prima di entrare a teatro, magari una pizza all’uscita. Ma quando si è in scena, le cose cambiano. Cosa mangiano gli artisti prima e dopo uno show? Come si vive il cibo quando si è in tournée? Lo abbiamo chiesto al cast di Jesus Christ Superstar, la produzione italiana dalla PeepArrow Entertainment di Massimo Romeo Piparo, che continua a raccogliere successi e ha da poco concluso un tour nei teatri d’Europa.

A cura di Daniela Guaiti
Photo Credits Margot De Heide

Gotta eat to rock”: bisogna mangiare (e bene) se si vuole “spaccare” in scena. Persino Ted Neeley, leggenda vivente della musica, iconico Gesù nel film originale del 1973 diretto da Norman Jewison ne è convinto. E proprio lui, da anni protagonista sui palchi di tutta Italia e di tutta Europa della premiatissima edizione italiana del musical, è convinto che cibo e teatro vadano a braccetto. Tanto da sapersi concedere il gusto di assaggiare e degustare le specialità della nostra penisola, cibi e vini, mentre la percorre in tournée.

Una buona forchetta è la definizione che di sé dà Simona Di Stefano, bravissima (e bellissima) nel ruolo di Maria Maddalena. «La mia prima tournée è stato un vero viaggio enogastronomico. Ogni posto è unico, anche nei sapori: io sono di Catania, abbiamo forti tradizioni e mi piace scoprire quelle degli altri. Ovviamente in tour si cerca di essere leggeri durante la giornata, per arrivare in forma allo spettacolo. Poi si va a mangiare, è bello organizzare cene “di compagnia”, sono un momento per rilassarsi. E ci sono delle tappe obbligate in alcuni posti. Ad esempio a Milano c’è il Blitz, frequentatissimo dagli artisti, andarci è quasi un rito».

Tappe fisse anche negli itinerari di Francesco Mastroianni, che veste i panni di Caifa: «a Genova non mi posso perdere il pesto da Maria, ristorantino tipico in un carruggio. Certo, abbiamo orari sballati, la sera si mangia spesso insieme, ma non sempre: a volte si rientra presto e ci si arrangia con un’insalata. E anche che a mezzogiorno si salti è un po’ un falso mito. Dipende, dalle occasioni e dalle persone! Certo è dopo lo spettacolo che si riesce a regalarsi un po’ di relax: quando si è in giro si assaggia la cucina del posto (sono molto curioso), e ci sta anche un bicchiere di vino buono. Si chiacchiera e si scoprono cose. Ad esempio che il Prosciutto di Parma e il Parmigiano mangiati a Parma sono più buoni che nel resto d’Italia. O che in Spagna si trovano prelibatezze degne della nostra cucina migliore, dalla paella alle croquetas de jamon. E che le grandi città ogni volta che le vedi rivelano angoli nuovi e nuovi sapori: a Milano il Blitz è d’obbligo, ma per me è immancabile anche un salto da Luini per i panzerotti»

Un punto di vista del tutto diverso, più “nostalgico” è quello di Paride Acacia, Hannas sul palco: «a 50 anni non è più come una volta! Un tempo c’erano sempre il  Tbone a Roma, l’immancabile Bilzt a Milano: mangiavo quasi sempre carne hamburger, ma quando ero giù al Sud anche pesce. Adesso torno a casa a scaldare zuppe pre fatte,  oppure vado di bresaola!».

Fuori dagli schemi e dai luoghi comuni, quindi, ogni artista ha le sue abitudini: voci diverse, modi di mangiare diversi.