Elia Rizzo

Chef

 

“Il mio scopo è portare avanti una cucina di cultura e di conoscenza, magari non di tendenza, poiché le mode passeggere possono anche piacermi ma raramente mi influenzano. Non sacrificherò mai il gusto per lasciar posto a improbabili consistenze che potrebbero migliorare la presentazione”, dice Rizzo cercando di delineare i capisaldi della sua filosofia culinaria. E questa cucina colta si esprime anche nella presenza in sala dello chef che ad esempio serve personalmente il tartufo al tavolo sul risotto e che accompagna l’ospite in un viaggio polisensoriale attraverso i suoi piatti. L’ospite ideale – secondo lo chef – deve affidarsi completamente a lui per poter gustare appieno dell’esperienza che sta vivendo. E l’accoglienza diventa fondamentale: “Il cliente deve sentire che il tuo modo di rivolgersi a lui è spontaneo, ma allo stesso tempo il servizio deve essere elegante, impeccabile e soprattutto nobile”.

Il Desco

Ristorante 
All’interno di una prestigiosa casa patrizia del 1400 nel cuore di una delle più belle città venete, a due passi dall’Arena e dalla casa di Giulietta e Romeo, si trova Il Desco, due stelle michelin e fascino da vendere. Quando si entra nel locale, arredato con estro e classe – e fresco di lavori di ristrutturazione – a risaltare sono soprattutto i colori di base scuri ma variopinti. Alle pareti grandi quadri d’arte contemporanea, e ad impreziosire ulteriormente l’ambiente sculture di Arman, ampi tappeti colorati, e belle lampade déco. Due le sale: la principale e una saletta in boiserie più intima e calda. A far gli onori di casa lo chef patron Elia Rizzo, indiscusso fuoriclasse della ristorazione italiana che detiene le due stelle Michelin dal 1997 e che oggi bonariamente ricorda: “Quando ricevetti la prima, nel 1985, non sapevo neanche di che cosa si trattasse”. È una lunga storia d’amore quella di Rizzo per la cucina, iniziata nella locanda “La bottega del vino” che i genitori gestivano sempre a Verona quando lui era bambino e si dilettava a inventare piatti nuovi per gioco. Una storia approdata poi all’apertura del Desco nel 1983 e ancora tutta da vivere. www.ildesco.com