Grande Cucina

La ristorazione italiana in Italia e all’estero. L’editoriale di Federico Lorefice

Il direttore di Grande Cucina racconta il nuovo numero della rivista, sfogliabile anche online. Un numero, il primo del 2023, come sempre pieno di approfondimenti, interviste e spunti di riflessioni per i professionisti del settore.

Il primo numero 2023 di Grande Cucina: l’editoriale di Federico Lorefice

Mi interrogo spesso su quale sia lo stato dell’alta ristorazione italiana all’estero e perché non occupi ancora il podio che si merita. Se lo stile italiano fuori dai confini è sempre molto apprezzato e le materie prime e la creatività dei nostri professionisti fanno faville, il sistema ristorativo ha ancora molta strada da percorrere.

È vero che la nostra cultura gastronomica ha degli eccellenti rappresentati, di certo non mancano i format della cucina italiana di lusso. Nomi ben noti in questo panorama come Armani/Ristorante a Tokyo, Da Vittorio a Shanghai, Il Ristorante Niko Romito a Dubai, Fiola a Washington, il Don Alfonso a Toronto solo per citarne alcuni, confermano ancora una volta che quel savoir faire dai colori bianco, rosso e verde è decisamente molto stimato. Del resto, rappresentano quella spinta che traina il motore di crescita dell’intera domanda dell’agroalimentare di casa nostra.

Eppure sono tanti i giovani italiani emigrati all’estero che non hanno trovato uno spazio nel panorama della ristorazione internazionale.

Spesso mi chiedo cosa serva oggi per favorire lo sviluppo dell’alta cucina italiana oltre confini. Certamente occorrono grandi investimenti e grandi investitori, che riescano a tracciare un percorso, ma soprattutto andrebbe supportata la formazione di competenze italiane sul suolo straniero, magari anche grazie alla spinta di associazioni di categoria che spesso annoverano tra i soci nomi di grande prestigio.

In sintesi, serve fare più rete tra i professionisti per occupare quella fetta di mercato estero di alta gamma che adora lo spirito made in Italy. È proprio per questo motivo che a partire da questo numero abbiamo pensato di creare un osservatorio privilegiato sugli chef e imprenditori all’estero attraverso tre nuove rubriche. Da Barcellona avremo i contributi di Maria Teresa Di Marco, da Parigi di Maria Greco Naccarato e da New York di Stefano Vegliani.

Naturalmente il nostro focus rimane la ristorazione italiana che sembra pronta a mettersi in discussione. Lo conferma anche la cover story firmata da Lydia Capasso che racconta e analizza uno dei dilemmi dello chef contemporaneo: optare per un unico menu degustazione o rimanere ancorati al menu alla carta.

Intanto, siamo pronti per la seconda edizione del Grande Cucina Talent Prize, Mariacristina Coppeto racconterà come anche nel 2023 supporteremo i veri talenti dell’enogastronomia del futuro. Ancora una volta ci soffermiamo sul concetto di chef mentore: Gianluca Biscalchin ha intervistato Carlo Cracco ed il suo allievo Davide Cassanello.

Sempre ricche di spunti la rubrica di Licia Granello sul rapporto chef produttori, quelle di Daniele Sottile, di Marco Torcasio e Thomas Piras e dedicate al mondo wine&spirits e le pagine sulla pasticceria da ristorazione.

Poi due interessanti focus su Pietro Leeman, a firma di Daniela Acquadro, e sui fratelli Adrià e Roca. Direi che anche in questo numero ne abbiamo di temi su cui soffermarci e riflettere.

Buona lettura.

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Foto: Getty Images

a cura di Federico Lorefice